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 il: 19 Settembre 2014, 17:04:35 
Aperto da braccobaldo - Ultimo post da braccobaldo
......E' giusto fare un distinguo al suo interno perchè ovviamente non è possibile includere le più grandi vittime del suo (riferito all'essere umano) egoismo: i bambini La loro ingenuità, innocenza, spensieratezza sono le più rigogliose fonti alla mia felicità Le giornate che iniziano con un caloroso e spontaneo abbraccio di mio figlio hanno per me un sapore diverso Sono le uniche persone di cui ti puoi fidare ciecamente
La loro gioia nel vivere tutti i loro attimi di vita la ritengo come un eterno promemoria per noi adulti imbarbariti Nonostante loro sono li a ricordarci, tutti i santi giorni, come vivere la vita e cosa ricercare in essa noi, non solo li evitiamo, ma cerchiamo addirittura di portarli nel nostro mondo il prima possibile Non capisco se lo penso realmente per il bene di lui, mio figlio, o se invece è solamente un ulteriore forma del mio insaziabile egoismo il pensare di portarlo in Polinesia a vivere la sua Vita E' un sogno che ricorre sempre più spesso quello di svegliarci la mattina, uscire dalla nostra piccola baracchetta di legno e fare colazione sul nostro piccolo giardino ascoltando la musica del mare........

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 il: 05 Settembre 2014, 16:42:19 
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.....pensare in questa società di aver raggiunto o poter raggiungere una felicità assoluta lo ritengo non tanto un pensiero utopico quanto  un atto di grandissimo egoismo in quanto significa che abbiamo abbassato la testa in modo da non vedere tutto il dolore che ci sta circondando Comunque non mi dilungo su questo argomento perchè sarebbe molto facile fare della retorica spicciola Vorrei chiuderlo con un pensiero di W. Allen, non mi ricordo di quale film, nel quale affermava che lui non avrebbe potuto essere felice finchè ci fosse stato anche un solo uomo sulla terra in condizione di sofferenza E' ovvio che il fatto che non ci sia una felicità con la F maiuscola non significa che non possiamo raggiungere dei momenti di benessere Alla fine viviamo per questo, per stare bene Ognuno poi decide come stare bene La storia della nostra società ci sta rappresentando una felicità "limitata", che quindi non è accessibile a tutti. Anzi, sembrerebbe quasi esserci un rapporto inversamente proporzionale tra la mia felicità e quella degli altri Ergo, io per stare bene devo far stare male qualcun'altro che in un certo modo dovrà sacrificare il suo benessere per me Il crescente concentramento delle ricchezze del nostro pianeta nelle mani di sempre più poche persone ne è la manifestazione più eclatante Questa visione sembrerebbe non fare una piega se non fosse che da alla felicità un valore materiale, terreno Non potrebbe essere altrimenti in una società consumistica che fa dell'apparire uno dei suoi perni centrali Il problema nel vedere nel possesso di in un semplice oggetto il raggiungimento del proprio piacere sta nel fatto  che quell'oggetto in futuro non sarà più in grado di farmi provare quell'emozioni, quelle sensazioni Per essere più preciso sto parlando di tutti quei beni che la società ogni giorno quasi ci "costringe" a comprare in quanto da essi sembrerebbe dipendere il nostro ruolo al suo interno: vestiti, scarpe, gioielli, cellulari, auto, case, etc.... E' ovvio che molto spesso comunque il mio star bene è correlato ad un oggetto, ma questo non significa che ne devo essere il proprietario In Polinesia sono stato bene ma non ho mai pensato di comprarmi un atollo ed anche se potessi mai lo farei Averlo tutto per me sono convinto non mi renderebbe felice almeno che non ho deciso di essere un eremita Sto ancora più bene quando condivido questo mio stato d'animo Un buon bicchiere di vino è ancora più buono se degustato con altri Un bel tramonto è ancora più bello se goduto in compagnia L'importante però è avere la compagnia giusta Non nascondo che sono poche le persone che meriterebbero di venire con me in Polinesia, la maggior parte sono sicuro non ne saprebbero comprendere la reale bellezza che si nasconde dietro i bellissimi paesaggi Da quest'ultimo pensiero è facile notare che il mio star bene è legato a cose molto semplici ed accessibili in grado comunque di regalarmi i famosi attimi di felicità Le sensazioni più forti vengono comunque dagli "esseri animati" Non ho specificato le sole persone perchè anche quella categoria che noi chiamiamo "animale" è spesso in grado di farmi trascorrere dei bei momenti Non sono un grande sostenitore dell'essere umano, anzi ogni giorno che passa la mia acredine nei suoi confronti cresce Quando penso ai disastri che in tutti questi secoli ha compiuto e continua a compiere non solo verso i suoi simili ma più in generale verso il pianeta Terra sento in me crescere dei sentimenti diciamo "razzisti" E' un assurdo ma sento di essere razzista nei confronti della mia razza......

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 il: 28 Agosto 2014, 12:31:18 
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....purtroppo in questa realtà devo impormi di essere "slow"; non mi riesce naturalmente come invece è accaduto nella breve parentesi polinesiana Ovviamente ciò è dipeso dal fatto che lì non corre nessuno o meglio non corrono appresso a nessuno La maggior parte degli sfortunati che condividono la mia terra invece non fanno altro che correre, affannarsi, sbrigarsi, cercare di essere sempre primi in una gara che nessuno ha realmente organizzato e che, soprattutto, non riconosce premi. Ammetto che quando non sono concentrato cado anch'io in questo trabocchetto ed incomincio a correre quando poi ad un certo punto, mi sveglio, e mi rendo conto che sto sudando senza motivo Come ho già detto quello che mi fa incazzare è il dovermi ricordare di vivere il maggior numero di attimi della mia vita mentre il mio desiderio è che ciò avvenisse con naturalezza La mia prima sera a La Pirogue, mentre mia moglie stava riposando, sono andato da solo a prendere un aperitivo, se così si può chiamare un bicchiere di vino accompagnato a dell'ottimo cocco di annata Ebbene ho trascorso una mezz'oretta in solitudine godendomi lo stravagante abbinamento mentre contemplavo gli affascinanti movimenti dei grandi gechi che tappezzavano il piccolo bar Uno dei più bei ricordi di questo viaggio è stato il fatto che nel momento in cui decidevo di fare un qualcosa non c'era in me l'assillante preoccupazione di cosa avrei dovuto fare dopo, o peggio, appresso a chi avrei dovuto correre Ad eccezione delle visite organizzate, come ad esempio nella fabbrica di vaniglia di Taha'a, tutto il resto del viaggio è stato all'insegna dell'improvvisazione Come ho già detto abbiamo cercato in tutti i modi di "viverla" la Polinesia evitando di incorrere l'errore di "visitarla" Seguendo questa logica abbiamo deciso di pernottare in delle guesthouse o comunque in delle strutture dove si potesse avere un rapporto diretto e forte con i gestori Lo stesso Giuliano del hotel La Pirogue era una persona molto presente e disponibile con il quale faceva sempre piacere scambiare le proprie impressioni Quando penso al "vivere" la Polinesia mi vengono subito in mente i pranzi indimenticabili al piccolo ristorante Teanuanua di Fakarava Il gestore sembrava Sandokan con il pareo Un simpaticone che ti faceva sentire come se stessi mangiando a casa tua La location indescrivibile come la bontà dei piatti che servivano Qui abbiamo mangiato due volte ed in entrambi i casi ci siamo fermati almeno due ore nonostante avessimo ordinato due o al massimo tre piatti Mi chiedo se ci sarà modo di rivisitare questo posto dove la felicità è in grado di durare più di qualche attimo; riesce a durare delle ore Ma quanto sono cojone? C'è un posto dove sono sicuro che staro bene ma non ci vado? Non è detto che devo andarci tutta la vita, non sta scritto da nessuna parte Dovrei partire e basta Dovrei fare semplicemente quello che la vita ci chiede ogni giorno, VIVERLA Potrebbe anche essere che dopo un mese voglia cambiare aria, ma questo non lo potrò mai sapere se prima non ci sarò andato Basterebbe vendere la casa e certamente potrei creare le basi in questo od altri luoghi simili; lo penso ma non lo faccio Ci sono tanti e buoni motivi a tenermi in Italia ma come ho già ripetuto altre volte sono attimi passeggeri Lì gli attimi si possono calcolare con l'orologio Ho parlato di felicità ma non ho specificato il significato che ha per me questa parola.......

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 il: 03 Agosto 2014, 16:05:19 
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Caro Diario,
ultimamente abbiamo parlato poco di mamma Polinesia Non credo di averti annoiato ma probabilmente ti avrò un po' incupito Comunque oggi si torna al nostro racconto di viaggio Ho trascorso la prima notte a Taha'a cullato dalle forti ma delicate braccia del mare A proposito, dicono che La Pirogue abbia chiuso Spero con tutto il cuore non sia vero perché quelle piccole onde con le loro dolci vocine sono certo mi stanno ancora aspettando Il risveglio è indescrivibile come sembrerebbe essere ogni momento di questo viaggio Apri gli occhi, il rumore del mare in sottofondo ormai fa parte di te, ha sostituito il battito del tuo cuore. Prima di alzarti fai dei grossi respiri in modo da fare arrivare alla tua anima i profumi che riempiono la nostra camera E' ora di aprire la grande finestra ai piedi del nostro letto Di fronte sembra esserci una cartolina, oppure una delle stupende foto che riempiono i cataloghi delle agenzie di viaggio. 
Questo rituale c'è stato ogni mattina ed è stato per noi naturale adeguarsi alla "lentezza" di questa vita Abbiamo vissuto quei pochi giorni cercando di coglierne ogni attimo Ci soffermavamo su ogni cosa, ogni fiore, ogni pianta ogni albero sembrava essere diversa dalle altre e così ci fermavamo ad ammirarla Se adesso qualcuno mi chiedesse se sotto il palazzo di casa mia ci sono degli alberi avrei difficoltà a rispondergli Non so quante volte mi sono accorto di bei paesaggi naturali quando erano diversi anni che quotidianamente gli passavo davanti Come ho già detto non sono in grado di tenere i ritmi di questa società o forse è più corretto affermare che sono io che non ho intenzione di tenerli Diciamo che sono un tipo "Slow"........

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 il: 31 Luglio 2014, 08:14:29 
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Caro Diario,
non ti nascondo che è qualche giorno che sono più triste del solito, le notizie che arrivano dal Medio-Oriente non riesco a "metabolizzarle" Nonostante la consapevolezza che in ogni minuto della mia vita ce ne sono molte altre, di vite umane, che, diciamo "ingiustamente", lasciano questo mondo, ci sono alcuni fatti tragici che mi turbano più di altri C'è un immagine in particolare che non riesco a superare ed è quella dei bambini che giocano in un parco giochi e vengono colpiti da un missile israeliano Una domanda ho fissa nella mia testa: come possono morire dei bambini in questo modo? A questa domanda ne possono seguire un’infinità ma non voglio divagare perché questo comunque è il mio diario “Polinesiano” 
Mi rendo conto che il mio errore è nel voler razionalizzare questo fatto quando so benissimo che in questa società “grottesca” la ricerca logica è una merce di poco valore. Però è più forte di me l’andare alla ricerca di una verità, anche spiacevole, che comunque mi permetta di mettere un minimo di ordine nella mia vita; certamente non nelle altre. I risultati, non ho difficoltà ad ammetterlo, sono deludenti ed il continuo desiderio di tornare in Polinesia certamente ne è uno dei segni più evidenti Se fossi felice nel luogo dove vivo quale motivo mi spingerebbe a desiderare di continuare la mia vita in un altro “mondo?
Il desiderio di trasferirmi in quella terra lontana in realtà è una fuga da un mondo che non è in grado più di ospitarmi Non comprendo più la sua lingua, non riesco a comunicare con i suoi abitanti e a decifrarne i loro assurdi comportamenti. Non è un caso che questo desiderio sia più forte proprio nei momenti più tristi, nelle giornate più ombrose. Pensare che esistono luoghi dove di poter staccare la famosa spina è una bella tentazione. Non mi ricordo se ne ho già parlato del fatto che durante il mio viaggio in Polinesia ho incontrato più di una persona di origine europea trasferitasi in questo incantevole luogo non solo per le sue incredibili bellezze ma mi hanno fatto capire, anche se non esplicitamente visto che non c’era un rapporto confidenziale, che il loro viaggio era un voler rompere con quel passata che aveva lasciato migliaia di km. dietro. Sin dall’inizio ho trovato affascinante questa soluzione, questo troncare un due parti la tua vita senza avere la consapevolezza di come sarà la nuova strada che stai per intraprendere. Una scelta non facile, tutt’altro, perché l’universo che pensiamo di lasciare, almeno nel mio caso, è fatto anche di cose belle, per le quali vale sempre la pena di vivere L’ostacolo maggiore alla fatidica decisione sta proprio nel non voler rinunciare alle cose belle alle quali ti sei legato Pensandoci bene mi dispiacerebbe anche lasciare questa bellissima terra perché nonostante la stiamo lentamente massacrandola rimane sempre uno spettacolo  da vedere L’Italia è un paese incredibile Non so cosa mi fa più male; il pensiero di doverlo lasciare oppure continuare a vederlo soffrire……
Ci tengo a precisare che con questo mio pensiero non voglio assolutamente “ridurre” la Polinesia ad una sola via fuga; trasformarla in un mito sarebbe la più grande ingiustizia che potrei farle.

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 il: 09 Luglio 2014, 15:43:14 
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Caro diario,
scusami se ti ho trascurato qualche giorno ma ho dovuto fare cose  che nella nostra società sono ritenute molto importanti. Senza dilungarmi troppo, in poche parole ti dico che in questi giorni ho corso più del solito appresso al....nulla quotidiano.
Ora dopo questa dose di pianto giornaliero voglio parlarti di un libro che ho finito da leggere: "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" di J.S.Foer. Ti parlo di questo libro non perchè è il primo che ho letto ma perchè ritengo essere l'ennesimo esempio di quanto sia "disumano" il modello di vita che stiamo seguendo. Senza entrare nello specifico questo libro è il frutto di una ricerca condotta per oltre tre anni dal giovane scrittore Safran Foer, diventato famoso per il libro "Ogni cosa è illuminata". Ho letto anche questo suo libro dal quale l'attore-regista Liev Schreiber ha tratto spunto per uno bellissimo film, uno dei migliore che ho visto. Foer ha iniziato questa ricerca subito dopo la nascita del primo ed unico figlio. Dopo questo evento si è posto una semplice domanda: che cosa sto facendo mangiare a mio figlio? Da qui è nata questa sua ricerca sulla carne da allevamento, in particolare sulle spietate metodologie utilizzate in quelli di tipo intensivo. Come più volta viene ricordato dallo stesso autore il suo non è un libro di invito al vegetarismo ma uno stimolo a riflettere su quali sono i motivi che ci spingono ad accettare e quindi permettere che questi animali, che mangiamo, siano sottoposti a inimmaginabili sofferenze.
A questa domanda lui risponde citando una frase di suo nonno che, in quanto ebreo, era stato anche un sopravvissuto dei campi di sterminio nazista: "se niente importa, non c'è niente da salvare". In una società come la nostra dove la superficialità sembra essere diventato un modello di vita questa frase potrebbe assurgere il ruolo di un nuovo comandamento. Ti ho voluto accennare di questo libro proprio perchè ogni volta che penso a queste parole mi riviene in mente un ricordo del mio viaggio in Polinesia. Quando passeggiavo nei loro piccoli paesini, attraverso le loro case che qui sarebbero definite baracche, spesso vedevo delle donne pulire con la scopa il loro giardino di terra; l'immagine è quella di una piccola baracca di legno circondata da un giardino, anch'esso piccolo ma molto curato. Mi è sempre rimasto impresso proprio questo contrasto tra la povertà del contesto dove vivono i polinesiani con la ricchezza d'animo che loro portano dentro e che li spinge, rispetto a noi, ad apprezzare e quindi a curare anche le più piccole cose che posseggono. E' ovvio che queste terre ancora beneficiano del ritardato arrivo del consumismo che però lentamente anche qui si sta insediando.
Se niente importa, non c'è niente da salvare.....quando sei in Polinesia ti accorgi che per i suoi abitanti ogni cosa ha un suo valore, o meglio, un giusto valore. E' importante curare il giardino della loro umile dimora come ci tengono che tu apprezzi il loro cibo che hanno voluto condividere con te nella stessa tavola; in questo caso mi sto riferendo all'esperienza vissuta nelle guesthouse che certamente, rispetto alle strutture più lussuose, permettono di conoscere da più vicino questa realtà..........

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 il: 23 Giugno 2014, 15:26:10 
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......verso le 17 il sole comincia a tramontare alla nostra destra proprio dove si trova Bora Bora della quale riusciamo a vedere l'inconfondibile forma determinata dal promontorio che la governa Non voglio provare a descrivere l'incredibile scenario che la Natura ci ha regalato; non tanto perchè le mie parole ne ridurrebbero ovviamente la suggestione ma il solo pensiero di farlo mi fa sentire come se stessi "commercializzando" quest'aspetto della Polinesia
La maggior parte di coloro che partono per questa Terra lo fanno per i suoi incredibili paesaggi, sui quali è raro non vedere galleggiare dei bellissimi overwater, che hanno visto nei migliori cataloghi delle agenzie di viaggio Quest'immagini sono indiscutibilmente bellissime ma sono state proprio loro a fare in modo che, fino al 2006 ossia due anni prima del mio viaggio di nozze, la mia attenzione non si fosse mai concentrata su questo lontano "paradiso". Come giusto che sia chi vende viaggi di ogni luogo cerca di enfatizzarne gli aspetti più commerciali, questa regola vale anche per Polinesia Francese Quindi per chi come me ha sempre amato viaggiare ma non in modo "scontato" questo mondo lontano non aveva ancora un grande fascino Poi invece una foto proprio di un catalogo mi ha come stregato spingendomi a "studiare" questo posto, a cercare di capire cosa c'era nascosto dentro la bellissima confezione Da questo punto di vista questo forum mi ha aiutato moltissimo e mi ha permesso di prepararmi in modo adeguato a questo incontro con mamma Polinesia.
Inutile dire che abbiamo scattato "troppe" foto di questa a suo modo unica combinazione paesaggistica composta da una serie di palme all'interno delle quali, in lontananza, si intravedeva Bora Bora; tutto era in penombra ad eccezione del mare che rifletteva tutti i colori del Sole calante.
Finito lo spettacolo è ora di sciacquarsi prima della cena prevista per le sei e mezza.......




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 il: 30 Maggio 2014, 11:53:06 
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....sistemiamo i bagagli ed ovviamente cerchiamo una presa per collegare la playstation Passatemi la battuta ma non è del tutto fuori luogo perchè una volta nei "racconti" del forum un tizio si lamentò del fatto che nel suo resort non c'erano prese adatte alla sua playstation Ho già commentato, anzi insultato il tizio per questa sua bizzarra richiesta Vi garantisco che non sono stato il solo.....
neanche il tempo di sistemare i bagagli che ci ritroviamo immersi in quella immensa piscina naturale che si trova di fronte la nostra camera L'acqua è calda ed il fondale non è molto alto, per non toccare devo allontanarmi un cinquantina di metri. Non ci sono molti pesci ma quei pochi che incrocio sono per me uno spettacolo mai visto Senza accorgercene siamo rimasti più di un'ora in acqua finchè  le nostre pancie ci hanno sollecitato un piccolo break. Ci asciughiamo e siamo sotto la piccola verande di Giuliano che aspetta il nostro ordine. Mi ero ripromesso di non parlare più di cibo polinesiano ma in questo caso mi sento di fare un’eccezione perché dietro c’è una storia simpatica Altra premessa: prima di questo viaggio non ero un grande amante del pesce crudo a tal punto che temevo anche di poter avere delle difficoltà con il mangiare.
Giuliano ci fa vedere un piccolo menù e noi siamo orientati per dei sandwiches con prosciutto e formaggio Mentre attendiamo il cibo ci passa sotto gli occhi una magnifica visione Una coppa all’ interno della quale risaltavano i colori bianco ed arancione Era un’insalata di gamberoni che però non hanno nulla a che vedere con quelli che vediamo nelle nostre tavole, sia nelle dimensioni che nella vivacità dei colori Abbiamo subito sostituito un sandwich con una insalata che appena ha varcato le soglie delle mie labbra ha sconvolto la mia vita Non voglio ripetermi sui prelibati sapori che questa terra mi ha lasciato ma immaginatevi di gustare un pesce freschissimo lasciato macerare in del latte di cocco e solo così potete comprendere le mie sofferenze attuali Ogni volta che assaggio del pesce, anche del buon pesce, la mia mente, come in automatico, mi riporta all'immagine di quel "santo" calice come per farmi pagare il fatto di non avergli fatto più provare quelle deliziose sensazioni.
Finito il piccolo spuntino ci riposiamo sulla piccola spiaggia davanti al hotel……

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 il: 26 Maggio 2014, 17:13:41 
Aperto da braccobaldo - Ultimo post da braccobaldo
Cara Tamata,
quello che tu dici riguardo i costi della Polinesia è verissimo ed infatti il mio viaggio è stato impostato a grandi linee su questi principi.
Ho dormito a Raiatea, una notte, al Hotel Lodge. Tre notti alla Pirogue in Taha'a. Due notti alla Pensione Papahani a Maupiti. Due notti al Matira Hotel in Bora Bora. Infine 3 notti al Veke Veke a Fakarava.

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 il: 18 Maggio 2014, 21:56:43 
Aperto da braccobaldo - Ultimo post da Tamata
Braccobaldo tu sei davvero innamorato di questo posto!
Non vorrei bruciare le tappe del tuo diario ma oltre alla Pirogue dove sei stato?
E' vero che il viaggio è costoso pero' saprai sicuramente che esistono sistemazioni molto più economiche della Pirogue che era uno degli hotel più cari della Polinesia Francese.
Più ci si allontana dalle isole più battute più i prezzi scendono e la Polinesia si manifesta grandiosa.
Spero davvero che tu possa tornare un giorno!

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