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Post - nviva

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Patchwork / Forum taroccato?
« il: 26 Ottobre 2006, 13:33:09 »
Ciao, io ti posso assicurare che come appassionato sono ben felice che esista questo forum all'interno del quale si parla di hotel, vacanze e voli aerei... purtroppo sono pochi quelli che vanno in Polinesia per più di due settimane, magari allontanadosi dalle mete più turistiche ed è quindi ovvio che la maggior parte dei post sia incentrata sugli hotel e via dicendo...

Ciao

Nicola

32
Patchwork / Dai un voto agli hotel in Polinesia!!
« il: 26 Ottobre 2006, 13:30:46 »
Ciao a tutti, sono il webmaster del sito www.avventurainfinita.it (non è un tour operator) e ho organizzato all'interno del sito nella sezione dedicata alla Polinesia uno spazio dove poter dire la vostra sugli hotel in cui avete soggiornato in Polinesia durante i vostri viaggi.
L'idea è nata dal voler raccogliere un insieme di commenti e giudizi (positivi e negativi) sugli hotel polinesiani in modo da dare una linea guida ai futuri viaggiatori che si recheranno in queste isole.
Chiedevo quindi a chiunque ne abbia voglia di fare sapere il proprio giudizio mandando una mail (info@avventurainfinita.it)... in breve il suo giudizio sull'hotel sarà pubblicato sul sito e potrà servire come consiglio per tutti gli altri.
Ringrazio tutti quelli che aderiranno a questa iniziativa e questo forum che mi ha permesso di contattarvi.

Nicola

33
Patchwork / Polinesia Natale e Capodanno
« il: 18 Ottobre 2006, 13:18:06 »
Ciao marinaio, io ci sono stato per due Natali e Capodanni la prima volta a Rangiroa e la seconda a Rurutu nelle isole Australi. A Rangi ho preso molto bene col tempo ma una volta rientrato a Tahiti è quasi sempre piovuto per quattro giorni... A Rurutu invece sempre bello e la settimana che ho trascorso a Tahiti prima del volo x Rurutu è stata stupenda... io partirei lo stesso!! Tanto anche se piove ti butti in mare e vedi come si sta bene con l'acqua calda che è uno spettacolo...

Nicola

34
Patchwork / ....ma ne vale davvero ?????
« il: 16 Ottobre 2006, 07:47:51 »
Anch'io penso che il paradiso non sia in Polinesia (chissà dov'è...) e che senza alcun dubbio ci siano posti e luoghi molto più affascinanti. Senza alcun dubbio per la Polinesia gioca un ruolo importante il mito dei mari del Sud, di posti talmente lontani da noi che siamo portati a mitizzarne ogni aspetto. Però è vero anche che di gente come quella polinesiana io ne ho incontrata poca nei miei viaggi... non sono mai stato a Bora ma ho fatto le Marchesi e Rurutu e la gente è stata fantastica con me... probabilmente a Bora sono abituati a vedere turisti su turisti per cui ormai li vedono solo come portafogli a due piedi...

Niki

35
Patchwork / telefonare dall'Italia alla Polinesia
« il: 29 Settembre 2006, 13:37:01 »
Ciao, uno dei modi più convenienti per chiamare all'estero dall'Italia è usare carte prepagate EDICARD. Ti lascio il link del sito web (http://www.sisal.it/servizi/servizi_main/1,2359,Servizi_Edicard,00.html) così puoi leggere costi e tariffe.
Per acquistare la carta basta andare da un tabaccaio con la macchina per il lotto e chiedere il formato della card (5, 10, 15 euro...) e la zona geografica che interessa (per la Polinesia la zona è Asia)


Niki

36
Patchwork / Canzoni polinesiane?
« il: 26 Settembre 2006, 20:24:21 »
Ciao, se vuoi ho un pò di mp3...

Niki

37
Patchwork / carta giovani di air tahiti
« il: 23 Settembre 2006, 09:07:44 »
Ciao per la disponibilità dei voli interni dipende molto dal periodo in cui pensi di andare in vacanza... generalmente al termine delle scuole con l'inizio delle vacanze invernali ed estive c'è molta ressa visto che ci sono molti rientri nelle isole natali (vengono aggiunti molti voli straordinari), altrimenti la situazione non è molto critica.
Prova a spedire una mail nel sito di Air Tahiti (www.airtahiti.aero) e vedi cosa ti rispondono

Nicola

38
Racconti di viaggio / un giorno di pesca a Fatu Hiva
« il: 21 Agosto 2006, 20:44:33 »
Ciao a tutti di seguito vi scrivo un piccolo racconto della mia esperienza alle Marchesi e in particolare a Fatu Hiva...

Xavier mi viene a prendere con il suo piccolo pick-up verso le cinque della mattina. Io sono già pronto e sono anche riuscito a fare colazione insieme a Manuel, il padre di Xavier. Il sole non è ancora sorto e l’isola è immersa nel buio più completo se non fosse per i fari della jeep che illuminano la strada.
Salgo in macchina, ci scambiamo giusto un saluto, poi Xavier ingrana la prima e ci dirigiamo verso il molo che raggiungiamo poco dopo.
Comincia a piovere, una pioggia sottile, quasi impercettibile. Il solo lampione esistente illumina il piccolo spiazzo di cemento e le imbarcazioni che galleggiano sull’acqua. La sua barca è la seconda ed è legata come le altre ad un’unica fune. Mi tuffo per caricare le varie attrezzature, poi slego la barca e la porto vicino al molo.
Xavier sale, si sistema sulla piccola panca d’alluminio e cantilenando intona una preghiera di buon auspicio per la pesca. Mi dice che con una preghiera ben fatta e la pioggia che continua a scendere sottile non ci dovrebbero essere problemi, la pesca sarà ottima.
Il piccolo motore fa uno sbuffo e poi si accende. Mi siedo sull’altra panca, di fronte a Xavier che sta alla guida. Ci allontaniamo dall’isola, verso il mare aperto lasciandoci dietro uno spettacolo mozzafiato. La pioggia e il sole creano uno scenario surreale in cui pesanti nuvole nere si aprono lasciando intravedere squarci di cielo azzurro attraversati da uno splendido arcobaleno.
«Da qualche parte, qualcuno è morto» sussurra Xavier. «Quando piove ma c’è anche il sole e l’arcobaleno, significa che qualcuno è morto».
Xavier compie varie manovre dicendomi che questo è il posto ideale per i tazards. Giriamo ancora un paio di volte compiendo grandi cerchi con la barca che salta sulle onde in maniera terribile. Niente, nessun tazard. In compenso, senza una parola Xavier mi fa cenno con la mano. Seguo con lo sguardo il suo dito e poco distante dalla barca, una immensa pinna si alza dall’acqua per poi ricadere alzando un’onda che riusciamo a schivare al pelo. Una balena.
Ancora nessuno strappo dai finti calamari che legati a lunghe lenze fissate sui due lati della barca, servono come esche per i tazards.
Si va più al largo a caccia di tonni e bonites. Due forti strappi da entrambi i lati mi riportano alla realtà. Xavier comincia a urlare di fare veloce, di tirare quelle maledette lenze come se fosse la cosa più importante da fare nella mia vita. E adesso lo è. Se non faccio veloce, se non tiro alla disperazione per portare il pesce nelle mani di Xavier che sono già sul pelo dell’acqua, gli squali accorrerebbero nel giro di pochissimi minuti, richiamati dall’odore del sangue e del nostro pesce rimarrebbe giusto la testa attaccata all’amo. Ma questa volta non è andata così. Xavier issa il primo tonno sulla barca e tenendolo fermo per la coda gli sferra due colpi decisi alla testa con un bastone. Anche per l’altro, la sorte è la stessa.
E’ ritornata la calma. «Ormai» comincia Xavier «anche qui a Fatu Hiva nessuno vuole più fare il pescatore. Prima c’è stata Hiva Oa: pur avendo delle ottime acque, molto pescose, nessuno vuole fare più questo mestiere e così sono io che vendo il pesce a loro. E adesso comincia anche Fatu Hiva. I giovani dicono che è troppo faticoso alzarsi presto la mattina, magari con la pioggia come oggi e andare a pescare. Come la gente di Atuona, anche quella di Fatu Hiva ormai non sa più pescare. Preferiscono un lavoro con un certo orario, un lavoro facile, un lavoro fisso e così vanno a Tahiti. Stanno cambiando molte cose».
Torniamo verso il molo. La pesca è andata molto bene visto che oltre ai due tonni abbiamo preso anche alcuni bonites e un paio di tazards.
Puliamo il pesce direttamente sul molo, lo tagliamo a filetti che poi puliamo nell’acqua di mare, buttando le interiora ai branchi di pesci che si sono radunati sotto di noi.
Tornando verso casa, con il pick-up stracarico, ci fermiamo di fronte alla casa di una vecchina che avvolta nel suo pareo coloratissimo si avvicina a Xavier bisbigliando alcune parole in marchesano. Visibilmente scocciato, Xavier scende dall’auto e consegna nelle mani della vecchina un paio di grossi tranci di tonno rosso. Rientrando in auto, mi dice: «Quella vecchia non vuole ancora capire che i tempi sono cambiati! Questa è l’ultima volta che le regalo dei filetti così belli, se li vuole se li compra. Io tutto questo tonno, non lo tengo mica per me! Oggi stesso devo fare una consegna all’hotel di Atuona, altrimenti i turisti che cosa mangiano?». «E coi soldi che prendi, cosa ti compri?» faccio io. «Che domande!» risponde Xavier. «Delle belle bistecche, qualche bottiglia di Coca Cola, dei surgelati, del caffè in polvere e cose di questo tipo

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Patchwork / Un paio di domande - parto fra 5 giorni!!
« il: 16 Agosto 2006, 20:14:08 »
Ciao, ti rispondo alla velocità della luce...
1- ragni ce ne sono così come altri insetti, però per fortuna ci sono anche molti lezard (gechi) che se li pappano... in verità sono molto grossi gli scarafaggi!!!
2- fai un giro al mercato di papeete che a quell'ora è in parte già aperto... esci dall'aeroporto, attraversa la strada principale e aspetta il primo truck (piccolo furgone adibito ad autobus) in direzione di papeete... basta fare un cenno con la mano e lui si ferma e poi arriva fino al capolinea che è a due passi dal mercato!!

Ciao e buona vacanza

Niki

40
Racconti di viaggio / un giorno di pesca a Fatu Hiva
« il: 10 Agosto 2006, 17:10:37 »
Xavier mi viene a prendere con il suo piccolo pick-up verso le cinque della mattina. Io sono già pronto e sono anche riuscito a fare colazione insieme a Manuel, il padre di Xavier. Il sole non è ancora sorto e l’isola è immersa nel buio più completo se non fosse per i fari della jeep che illuminano la strada.
Salgo in macchina, ci scambiamo giusto un saluto, poi Xavier ingrana la prima e ci dirigiamo verso il molo che raggiungiamo poco dopo.
Comincia a piovere, una pioggia sottile, quasi impercettibile. Il solo lampione esistente illumina il piccolo spiazzo di cemento e le imbarcazioni che galleggiano sull’acqua. La sua barca è la seconda ed è legata come le altre ad un’unica fune. Mi tuffo per caricare le varie attrezzature, poi slego la barca e la porto vicino al molo.
Xavier sale, si sistema sulla piccola panca d’alluminio e cantilenando intona una preghiera di buon auspicio per la pesca. Mi dice che con una preghiera ben fatta e la pioggia che continua a scendere sottile non ci dovrebbero essere problemi, la pesca sarà ottima.
Il piccolo motore fa uno sbuffo e poi si accende. Mi siedo sull’altra panca, di fronte a Xavier che sta alla guida. Ci allontaniamo dall’isola, verso il mare aperto lasciandoci dietro uno spettacolo mozzafiato. La pioggia e il sole creano uno scenario surreale in cui pesanti nuvole nere si aprono lasciando intravedere squarci di cielo azzurro attraversati da uno splendido arcobaleno.
«Da qualche parte, qualcuno è morto» sussurra Xavier. «Quando piove ma c’è anche il sole e l’arcobaleno, significa che qualcuno è morto».
Xavier compie varie manovre dicendomi che questo è il posto ideale per i tazards. Giriamo ancora un paio di volte compiendo grandi cerchi con la barca che salta sulle onde in maniera terribile. Niente, nessun tazard. In compenso, senza una parola Xavier mi fa cenno con la mano. Seguo con lo sguardo il suo dito e poco distante dalla barca, una immensa pinna si alza dall’acqua per poi ricadere alzando un’onda che riusciamo a schivare al pelo. Una balena.
Ancora nessuno strappo dai finti calamari che legati a lunghe lenze fissate sui due lati della barca, servono come esche per i tazards.
Si va più al largo a caccia di tonni e bonites. Due forti strappi da entrambi i lati mi riportano alla realtà. Xavier comincia a urlare di fare veloce, di tirare quelle maledette lenze come se fosse la cosa più importante da fare nella mia vita. E adesso lo è. Se non faccio veloce, se non tiro alla disperazione per portare il pesce nelle mani di Xavier che sono già sul pelo dell’acqua, gli squali accorrerebbero nel giro di pochissimi minuti, richiamati dall’odore del sangue e del nostro pesce rimarrebbe giusto la testa attaccata all’amo. Ma questa volta non è andata così. Xavier issa il primo tonno sulla barca e tenendolo fermo per la coda gli sferra due colpi decisi alla testa con un bastone. Anche per l’altro, la sorte è la stessa.
E’ ritornata la calma. «Ormai» comincia Xavier «anche qui a Fatu Hiva nessuno vuole più fare il pescatore. Prima c’è stata Hiva Oa: pur avendo delle ottime acque, molto pescose, nessuno vuole fare più questo mestiere e così sono io che vendo il pesce a loro. E adesso comincia anche Fatu Hiva. I giovani dicono che è troppo faticoso alzarsi presto la mattina, magari con la pioggia come oggi e andare a pescare. Come la gente di Atuona, anche quella di Fatu Hiva ormai non sa più pescare. Preferiscono un lavoro con un certo orario, un lavoro facile, un lavoro fisso e così vanno a Tahiti. Stanno cambiando molte cose».
Torniamo verso il molo. La pesca è andata molto bene visto che oltre ai due tonni abbiamo preso anche alcuni bonites e un paio di tazards.
Puliamo il pesce direttamente sul molo, lo tagliamo a filetti che poi puliamo nell’acqua di mare, buttando le interiora ai branchi di pesci che si sono radunati sotto di noi.
Tornando verso casa, con il pick-up stracarico, ci fermiamo di fronte alla casa di una vecchina che avvolta nel suo pareo coloratissimo si avvicina a Xavier bisbigliando alcune parole in marchesano. Visibilmente scocciato, Xavier scende dall’auto e consegna nelle mani della vecchina un paio di grossi tranci di tonno rosso. Rientrando in auto, mi dice: «Quella vecchia non vuole ancora capire che i tempi sono cambiati! Questa è l’ultima volta che le regalo dei filetti così belli, se li vuole se li compra. Io tutto questo tonno, non lo tengo mica per me! Oggi stesso devo fare una consegna all’hotel di Atuona, altrimenti i turisti che cosa mangiano?». «E coi soldi che prendi, cosa ti compri?» faccio io. «Che domande!» risponde Xavier. «Delle belle bistecche, qualche bottiglia di Coca Cola, dei surgelati, del caffè in polvere e cose di questo tipo»

Nicola

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Ciao a tutti, per chi volesse fare delle escursioni al di fuori del giro degli hotel basta fare un giro tra le varie pensioni di famiglia e chiedere le escursioni che organizzano... anche tra loro si scambiano i clienti proprio perchè ogni pensione cerca di organizzare le escursioni in giorni diversi!
Non c'è nessun problema, basta entrare in una pensione e chiedere i giorni e gli orari delle escursioni.... massima gentilezza, prezzo minimo e bella gente!!!!

Niki

42
Patchwork / Tatuaggi a Tahaa
« il: 27 Luglio 2006, 16:19:15 »
Come promesso ecco i dati di Isidore:  abita a Taina e questo è il suo telefono a Raiatea tel. 763025
Buon viaggio e buon tatuaggio!!!!!!

Niki

43
Patchwork / Tatuaggi: ma siete sicuri?
« il: 27 Luglio 2006, 16:16:01 »
io mi sono fatto tatuare in Polinesia, per precisione a Raiatea e dopo di me hanno fatto altri 4 amici italiani... il risultato è stato stupendo e neanche un'infezione o un problema! Andate pure sicuri basta che non vi facciate tatuare dal primo sprovveduto... una raccomandazione che del resto vale in tutti i posti del mondo!!!
E poi pensate che un tatuaggio come quelli che fanno loro è molto difficile da ritrovare in Italia... e inoltre il prezzo è molto inferiore a quello di qualsiasi tatuatore italiano

Niki

44
Patchwork / Tatuaggi a Tahaa
« il: 20 Luglio 2006, 15:12:42 »
Ciao per avere un'idea di come lavora Isidore, vi mando un link dove troverete una foto di Michele (che un pò di tempo fa scriveva qui con il nome di Iaorana) e del tatuaggio molto simile al mio...
andate su     http://www.avventurainfinita.it/polinesia_foto.htm

Nik

PS Michele è ovviamente quello con la coda...

45
Patchwork / Tatuaggi a Tahaa
« il: 20 Luglio 2006, 10:51:29 »
ok intanto ho rintracciato il nome del tatuatore che si chiama Isidore... a suo tempo mi ha fatto il tatuaggio in casa sulla veranda (tutto molto pulito e sterilizzato) ma sapevo che voleva aprire un negozio a Uturoa.
Ho beccato su un forum polinesiano delle inofrmazioni per trovarlo... si chiama Isidore Haiti e dovrebbe trovarsi di fronte al negozio dell'Europcar.
Comunque se ho maggiori info ve le mando... e in ogni modo ricordate che basta chiedere in giro e vi diranno tutto i locali...
Ciao e buon tatuaggio!!!!

Niki

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