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Autore Topic: Polinesia e Tuamotu 1-23 dicembre 2011 Rob e Luc parte 3  (Letto 23748 volte)

lillapoli

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Polinesia e Tuamotu 1-23 dicembre 2011 Rob e Luc parte 3
« il: 12 Febbraio 2011, 16:49:07 »

11-12-2010 sabato

Giornata tutta dedicata “au motu mahare”. La “pioggia” ci costringe a partire con la canoa dopo le 9.30. Ci dirigiamo sul lato dx della laguna, molliamo la canoa e a piedi avanziamo contro corrente verso i resti del Sofitel resort (un hotel abbandonato da circa 8-10 anni). Il giardino di coralli è purtroppo vicino alla barriera e la corrente ci fa desistere. Ripieghiamo verso l'interno della laguna, dove due grosse formazioni coralline ci ripagano. Intorno al motu è pieno di anemoni con i pesci pagliaccio.
Pranzetto veloce e riposino per Roberto, lettura per me, ripartiamo sempre con la canoa (siamo diventati bravissimi), direzione laguna lato sinistro.
Dopo circa 40 min di pagaia decidiamo di rientrare e tornare a nuoto sulle formazioni di corallo viste dalla canoa.
Magnifica sorpresa! Avvistiamo una murena; film e foto in quantità.
Oggi siamo una coppia di sordomuti, io ho, come al solito, l'acqua nell'orecchio e quindi non ci sento, Roberto ha la laringo-tracheite e quindi non parla........ ma come si fa ad ammalarsi in Polinesia!!!
Serata come al solito spaghettosa: aglio, olio, peperoncino, alici e pangrattato. Walter apprezza molto e prima di cena si improvvisa “medico” per Roberto: prepara una bomba con Rhum, sciroppo di canna e limone locale. Per secondo diamo fondo alle provviste: sardine, salmone, “repollo” e frutta a volontà.
Saldiamo i 30000 f per i 4 giorni di pensione e mostriamo un po' di foto della murena a Kim, Walter e Daisy.
Prima di andare a dormire facciamo un'ultima passeggiata verso l'oceano dove, seduti sulle panche di legno fatte da Walter, finiamo la serata in modo molto romantico a guardare le stelle e il mare.


12 – 12 – 2010 domenica

Eccoci di nuovo pronti a partire, che tristezza.....
Un po' di foto tutti insieme e poi con Walter diritti all'aeroporto mentre Daisy dà da mangiare ai pesci vicino alla riva.
Eccoci a Bora Bora in perfetto orario e seduti dal lato sin, quello giusto per fare le foto.
Sarà perché si tratta della 4° isola ma non mi sembra più bella delle altre...... vedremo.
Ci aspetta una grande barca e il check-in lo facciamo a bordo così si risparmia tempo. Durante il viaggio ammiriamo l'isola e i motu, ci sono molti resort.
La stanza del nostro hotel è bella e molto grande, la differenza con quella del motu mahare stride, ma il nostro piccolo motu  vince su questo grande albergo di lusso senza nemmeno un granchi del cocco che ci tiene compagnia.
Svuotiamo il minibar per metterci le nostre bottiglie d'acqua frizzante (comprata a huahine tanto passa tranquillamente in aeroporto) e solo dopo ci accorgiamo della scritta: le bottigliette hanno sotto un sensore per cui come le sposti ti vengono caricate sul conto anche se non le bevi …... Protestiamo vivacemente!!!!!
Facciamo snorkeling sotto gli overwater di fronte alla nostra camera, ci sono molti pesci ma niente di diverso dalle altre isole.
Fa molto caldo ed è pieno di zanzare. Ogni tanto annuvola minacciosamente ma non piove. Ad un certo punto sentiamo urlare in italiano; una coppia ha avuto uno scontro con delle vespe o simili e con “nostro” divertimento si sono messi a correre e saltare per tutta la spiaggia. Fino ad ora sono gli unici italiani oltre a Cristian ed ai rappresentanti dei tour operator.
La sera cenetta a lume di candela sul terrazzo del ristorante. Si mangia molto bene e tutto è molto curato, hanno anche la birra Hinano alla spina.

13 – 12 – 2010 lunedì

Dopo colazione partiamo prendendo al volo la navetta per Vaitape (ce ne sono ogni ora per andare e tornare e sono gratuite fino a circa le 17.30 – 18.00, poi si paga)
Affittiamo delle biciclette, in fondo sono solo 6 km fino a punta Matira (3600f)......... MAMMA MIA! Le bici sono pesantissime (sembra abbiano i freni tirati) e per frenare bisogna pedalare all'indietro. Finalmente dopo un paio di soste all'ombra arriviamo..... un vero paradiso!!! Poche persone oltre noi; ci sistemiamo all'ombra di un albero e cominciamo subito lo snorkeling. Pochissimi pesci e pochi coralli, che delusione! Poi però arriva una razza e mi metto ad inseguirla facendogli un bel filmato.
Nonostante l'ombra ci siamo cotti, così alle 15.00 circa, dopo un cocco ghiacciato e una centrifuga di papaya e mango (1200f) ripartiamo. Il sole è forte e per evitare l'ustione mi copro con un pareo legato al contrario sul collo che mi scende sulle braccia e sulle gambe, il filmino è d'obbligo.
L'ufficio informazioni non informa, sorridono sorridono ma ti danno solo le brochure per sapere che il Maupiti Express in bassa stagione parte solo il giovedì e il sabato dobbiamo andare nell'ufficio dietro il centro informazioni. Torniamo in camera con l'aria condizionata per smaltire il calore, è la prima volta che abbiamo bisogno di accendere l'aria condizionata ma le beach dell'Hilton sono un po' arretrate e non ci tira un filo d'aria.

14 – 12 – 2010
Ce la prendiamo comoda fra snorkeling, colazione e internet (gratuito). Alle 11.00 ci vengono a prendere per l'escursione con il Submarine (24.000 f a testa!!!!!)
Si tratta di un piccolo sottomarino con 6 posti più il capitano, scende fino a 35 metri per circa 30 minuti fuori dalla barriera.
Siamo fortunati e ci siamo solo noi per l'escursione. Il capitano Alain ha sposato una sarda e parlicchia un po' d'italiano. Ci spiega cosa fare se lui dovesse sentirsi male...... speriamo bene!!!
Un po' perchè siamo italiani, un po' perché siamo da soli Alain ci fa scendere fino a 42 metri per 40 minuti.
Ci mostra una gran quantità di pesci di cui conosce tutti i nomi, vediamo molti squali pinna nera e una femmina si squalo limone.
I soldi spesi li vale tutti, lo spettacolo è bellissimo e per chi non fa immersioni è l'unico modo per vedere così tanti pesci. Al ritorno ci fermiamo in libreria e compriamo il libro sulla polinesia che ci aveva prestato Walter (2680 f). Capatina al supermercato per l'acqua frizzante, un po' di pane e formaggio di capra francese.
Oggi è meglio se stiamo al riparo dal sole, solo nel tardo pomeriggio ci godiamo la piscina e Roberto, ormai gasatissimo fa snorkeling.
In serata c'è lo spettacolo di ballo. L'immagine di una decina di turisti, perlopiù giapponesi,  che si cimentano nel ballo polinesiamo ci farà ridere per anni. Ci scoliamo 3 birre alla spina che non ci faranno pagare così come le altre bevande, non indaghiamo se è perchè si dimenticano o perchè sono incluse nella mezza pensione o perchè con la storia del frigobar li abbiamo confusi.
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lillapoli

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Re: Polinesia e Tuamotu 1-23 dicembre 2011 Rob e Luc parte 3
« Risposta #1 il: 12 Febbraio 2011, 16:49:53 »

15 – 12 -2010  mercoledì

 Oggi è il nostro anniversario ma siamo in viaggio :-(
lasciamo Bora senza troppi rimpianti, l'abbiamo vissuta in modo un po' asettico, poco “sentito”.
Forse le aspettative erano troppe.
A Rangiroa ci aspetta Norbert, proprietario della paensione Tevahine dream, cinese della quarta generazione in Polinesia.
Il nostro bungalow è bellissimo, siamo i soli clienti,tutto è molto curato ed elegante. L'affaccio è direttamente sulla laguna e subito ne approfittiamo per fare snorkeling.
Norbert è molto gentile e ci accompagna a vedere i delfini al Pass Tiputa. Lungo la strada “raccogliamo” Cristian, arrivato come noi questa mattina e unico ospite del Bounty.
Riusciamo a fare qualche foto ai delfini e passiamo una piacevole oretta. Vedere la corrente del pass in azione, mi convince che quell'escursione non solo non è per Roberto ma nemmeno per me!!!!
Sulla strada per il ritorno ci fermiamo in un piccolo atelier dove un giovane francese dipinge animali e simboli polinesiani su magliette e stoffe varie. Compriamo due magliette con il piccolo geco disegnato (tot 5400 f).
Ci prepariamo per la cena mentre il sole tramonta come al solito dietro le nubi all'orizzonte; meno male che le nubi sono sempre all'orizzonte e mai sulle nostre teste.
Norbert e sua moglie hanno dato il meglio di sé, una tavola apparecchiata benissimo solo per noi e due ghirlande di fiori enormi e profumatissimi. Per cena carpaccio di pesce di laguna e mahi mahi alla vaniglia accompagnato da riso e vino bianco di Rangiroa comprato da noi nel pomeriggio al supermercato (2270 f un po' caro il vinello). La cantina per le degustazioni è chiusa. Per finire......... sorpresa!!!!! Una torta al cioccolato con le candeline con il numero 20 sopra.
Dormiamo benissimo, la stanza è molto ventilata e la zanzariera oltre che grande e bella ci difende perfettamente dalle zanzare.

16 – 12 – 2010 giovedì

A colazione, grazie a Norbert con skype possiamo vedere Lulù.
Da mangiare 8 diversi tipi di marmellate, yogurt, formaggio, pane, burro, miele di Rangiroa, latte e il nostro solito caffé.
Ci passano a prendere alle 8.15 per l'escursione alla laguna blu. Siamo in otto: una giovane coppia di francesi che lavorano a Papeete, una coppia sempre francese un po' anzianotta (di Lione), Cristian e un americano (??? forse).
Il “capitano” della barchetta è un giovanettone polinesiano mentre il suo aiutante è la versione ridotta di Marco di Moorea, ci allieteranno durante il pranzo con canzoni ed io e la signora francese di Lione improvvisiamo un Tamure.
Sbarchiamo con l'acqua a mezza gamba circondati da squaletti e razze in un posto bello come nelle pubblicità. Anche vicino al motu gli squaletti aspettano imperterriti il pranzo che gli viene in parte soffiato via dagli aggressivi gabbiani.
Ci facciamo una lunga passeggiata fino al motu vicino e poi per le 14.30 si riparte.
Caricato tutto sulla barca (compreso Roberto) faccio snorkeling con il vice capitano in mezzo agli squali più grandi sotto una vera pioggia tropicale durata 10 minuti ma fortissima. Chi è rimasto sulla barca èquasi più bagnato di noi che stavamo in acqua.
Ceniamo come al solito alle 20.00, Norbert è un bravissimo cuoco, tonno semicotto, mahi mahi fritto e per dolce un gelato viola di Taro (un tubero)
Roberto è riuscito a passarmi il raffreddore così vado a letto con gocce al naso e aspirina.

17 – 12 – 2010 venerdì

Altro collegamento con Lulù che ci fa vedere l'albero di Natale, a Roma c'è la neve e fa un freddo boia.
Partiamo con Leon per l'escursione a “ile aux recifs” insieme ad una coppia di giapponesi di Osaha.
Leon, con i due giovanissimi aiutanti, piazza gli uomini di faccia alle ondate e noi due donne un po' al riparo (ogni tanto, raramente, fa comodo essere donna). Il viaggio dura un po' più di ieri e si balla parecchio.
Sbarchiamo con l'acqua alla vita cercando di salvare la telecamera e le altre cose mettendole sopra alla testa. Sul motu ci siamo solo noi e nuotiamo in mezzo agli squali in un'acqua cristallina.
A piedi raggiungiamo gli scogli affioranti verso l'oceano, io con in testa un cappellino appena fatto di foglie di palma.
Per raggiungere il posto dove mangeremo dobbiamo guadare una parte di laguna con gli oggetti sulla testa. Lo zaino della signora giapponese lo porta una delle guide, lei è troppo bassa!! Anzianotta, con in testa il cappello di paglia, sotto il cappello un asciugamano, la maglietta di licra e pantaloni a metà polpaccio.......... non aggiungo altro :-)))
Finalmente si mangia, siamo attorniati da un numero di squali maggiore di ieri.
Al ritorno capatina al pass de Tiputa ma niente delfini, siamo troppo stanchi anche per fare snorkeling e ci limitiamo a guardare i pesci dall'alto. (7500 f a testa, stesso prezzo della gita di ieri).
Gentilmente Leon ci accompagna in farmacia per comprare il fluidificante. Poi a piedi portiamo i saluti di Patricia (conosciuta sul forum) a sua sorella Loyna dell'omonima pensione.
Per cena Norbert ci fa un'altra sorpresa: una marmitta mongola (tipo la bourguignon però con l'acqua) con pezzetti di manzo, pollo, gamberi, e pesce di laguna da bollire ognuno come vuole e poi intingere nella salsa ostrica o soia con cipolla, il tutto accompagnato da riso e vino di Rangiroa invecchiato nel legno offerto da Norbert. Nemmeno in Cina abbiamo mangiato così bene!!!
Il dessert è uno spettacolo di presentazione e gusto: 4 varietà di gelato e albumi montati a neve.
Restiamo a lungo a parlare con Norbert delle tradizioni polinesiane, dei cinesi in Polinesia, della politica italiana e mondiale ecc ecc. è la nostra ultima sera qui.

18 – 12 – 2010 sabato

Roberto prepara un caffè italiano con tanto di cremina per Tetii (scusaci se non si scrive così) e poi si va in aeroporto. C'è un bel traffico: chi viene e chi va, è finita la scuola e i ragazzi tornano dalle loro famiglie in tutte le Tuamotu. L'aereo questa volta è pieno, viene da Tahiti e poi ferma a Fakarava prima di atterrare a Manihi.
L'aeroporto sembra la reception di un hotel due stelle africano ….... a parte la pista c'è solo un tetto di legno sotto il quale passare per sbarcare o imbarcarsi.
Ci aspetta Emile, cugino di Loyna, che ci porta in 2 minuti di barca all'hotel Pearl beach, unico resort dell'isola. Dopo le solite formalità e spiegazioni andiamo al nostro overwater, l'unico prenotato dall'Italia per sole 2 notti (con quello che costa).
Ci facciamo un giretto in bici, sul motu non c'è assolutamente nulla!!! Il paesino si raggiunge solo con un passaggio in barca per superare il pass.
Ripieghiamo sullo snorkeling ma fra onde e vento forte ho anche uno scontro con ul balista titano che forse ha la tana qui sotto il nostro bungalow.
Ceniamo tutti al chiuso (siamo una ventina di persone, quasi tutte famiglie di francesi che lavorano a Papeete), c'è un vento da uragano ma ci spiegano che qui è quasi sempre così.
A cena altra festa di anniversario con torta a forma di cuore (molto meglio quella di Norbert). Il cibo è nel complesso buono e raffinato ma niente birra alla spina.
Crollo a dormire ma passo una notte da incubo con il vento che fischia da tutte le parti e per tutta la notte. Che errore questo overwater!!!!

19 – 12 – 2010 domenica

Facciamo colazione con le formiche che qui sono un po' dappertutto. Saltiamo la Farm Perlier (che qui è a pagamento!) e telefoniamo in Italia dal telefono pubblico dell'hotel.
Scegliamo di fare il pic nic sul motu; ci divertiamo tantissimo con la battuta di pesca, prendo 3 pesci in tre posti diversi, mentre Roberto nemmeno uno.
Il pic nic è su un motu privato con parecchi pesci pilota e squali. Il pranzo è abbondantissimo, il pesce pescato, un polpo preso dal capitano, manzo, pollo, poisson cru e fettuccine fredde (che ci guardiamo bene dal toccare).
A cena il capitano, il suo aiutante e altri due si improvvisano complessino (se non sai suonare e cantare probabilmente non ti assume nessuno :-))
Suoniamo e balliamo insieme a loro, unici coraggiosi.
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lillapoli

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Re: Polinesia e Tuamotu 1-23 dicembre 2011 Rob e Luc parte 3
« Risposta #2 il: 12 Febbraio 2011, 16:51:05 »

20 – 12 – 2010 lunedì

Scambi di indirizzi con le famiglie francesi, relax in piscina e poi alle 12.30 si va tristemente all'aeroporto in macchinina elettrica (niente barca per chi parte).
A Papeete affittiamo l'auto alla Herts che ci fa un prezzo migliore dell'Avis (19900 f), due giorni di affitto fino alle 23,30 di domani.
Attenzione ad uscire dall'aeroporto, “tutte le direzioni” non è tutte le direzioni......
Dieci minuti e siamo in hotel, ci danno una stanza vista mare più bella di quella del primo giorno.
Causa dimenticanze varie (cambio soldi, acqua da comprare ecc) arriviamo in centro dopo le 17.30 con il mercato ormai chiuso da un'ora almeno. Parcheggiamo in una stradina laterale vicino alla chiesa protestante e ci facciamo una bella passeggiata sul bel lungomare fino alle roulottes, dove ceniamo (4550 f). Qui la birra è proibita, non si capisce perchè, anche se in tutti i parcheggi c'è scritto che è vietato consumare alcolici e questo è un parcheggio – ristorante. Il problema alcolismo sembra sia molto sentito, beviamo comunque del sidro, che invece è permesso (stessa gradazione alcolica bah!!)
Stasera c'è l'eclisse di Luna ma io crollo ai 2/3 di copertura.

21 – 12 – 2010 martedì

Alle 8.15 siamo già al mercato in pieno fermento (noi e il mercato).
Compriamo cianfrusaglie varie e due parei dipinti a mano, poi ci mettiamo di “buzzo buono” a cercare un DVD sui pesci per Marco (un nostro amico), ma non c'è verso di trovarlo, poi da Odyssee becchiamo l'autore di un bel libro fotografico sulle immersioni che ci facciamo autografare con tanto di dedica.
Belli appesantiti torniamo in hotel per scaricare i bagagli e “caricare” un po' di soldi ma la cassaforte impazzita ci fa perdere 1.30 h e solo alle 12.30 partiamo alla scoperta di Tahiti (tardissimo).
Visitiamo il museo dove stanno facendo dei lavori; poi il marae Arahuarahu, molto restaurato ma che rende bene l'idea; infine il museo Gauguin, tante foto e didascalie ma niente quadri.
Usciamo che stanno chiudendo (h 17.00)
Proseguiamo a tavoletta (per quanto consentito dalla strada e dai limiti di velocità) e arriviamo al T. du soffleur che sta già scurendo. Velocissimi ci spostiamo lì di fronte alle cascate ma ne visitiamo solo una, ormai è quasi notte.
Prima di arrivare a Papeete ci fermiamo lungo la strada alle roulottes di Pirae e ci fermiamo da chez Kohu dove mangiamo sashimi e pesce grigliato e, di nascosto, anche un bicchiere di birra.
Benzina (1300 f), bagagli e restituzione dell'auto senza problemi, lunga coda al check-in (non siamo più abituati) e poi in perfetto orario si parte.
Nonostante due addetti ci dicano che la borsa e il cappello di paglia siano “piante” vietate negli Stati Uniti fino ad ora non abbiamo problemi.
Dormicchiamo, l'aereo è pieno. Il check- in negli Stati Uniti passa liscio, ovviamente alla domanda “trasportate bombe, piante ecc, abbiamo risposto di no, con cappello e borsetta in mano per non rovinarli.
L'aero per l'Italia è in ritardo e ci imbarcano alle 17.00 invece che alle 15.00; mezza europa è bloccata dalla neve e molto traffico è dirottato su Roma.
A circa tre ore dalla partenza (Roberto dorme sodo russando) ecco l'annuncio “se c'è un medico a bordo è pregato di contattare con estrema urgenza il personale di bordo”  oh noooo, di nuovo!!! Sveglio il “medico a bordo” e una hostess ci accompagna in prima classe dove un giovane americano ubriaco giace sdraiato a faccia in giù con le mani e i piedi legati dietro la schiena, urlando parolacce in inglese: ha tentato di aprire i portelloni. Non possiamo fargli nulla per sedarlo chissà cosa si è preso e anche altri due medici (un pediatra italiano e l'altro americano non so) concordano con Roberto. Si decide di farlo smaltire controllandolo ad orario.
Torniamo a dormire ma poco dopo veniamo di nuovo svegliati perché il capitano ci vuole parlare. In cabina di pilotaggio Roberto deve dichiarare se il passeggero corre pericolo di vita o no, il capitano deve decidere se atterrare in Canada.
Visto come urla (per la gioia dei passeggeri di prima classe) è sicuramente ben vitale e si decide di proseguire.
Passo la notte con l'equipaggio chiacchierando e bevendo caffé e cappuccino, scopro così che se fossimo atterrati l'equipaggio avrebbe superato le ore di volo e invece di arrivare in Italia il 23 dicembre avrebbero passato il Natale in Canada, probabilmente insieme con noi, figuriamoci se un altro equipaggio sarebbe arrivato in tempo............... già mi vedevo con la giacchetta di cotone a –40 gradi centigradi sotto la neve.
Amore quanto ti voglio bene!!!!!
All'arrivo tutti i passeggeri chissà cosa avranno pensato sentendo che dovevano aspettare l'arrivo della polizia!
Salutiamo il comandante e distrutti arriviamo a casa che ancora non ci rendiamo conto che il nostro splendido viaggio è finito!
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