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Racconti di viaggio / Re: Polinesia e Tuamotu 1-23 dicembre 2001Rob e Luc parte 2a
« il: 21 Gennaio 2011, 00:07:34 »
8-12-2010 mercoledì
Fischer ci accompagna con la solita barca piena di bagagli, bombole di gas da ricaricare e 2 enormi vassoi, con dentro la nostra colazione, che ci vengono invidiati all'aeroporto da un gruppo di rappresentati di tour operator italiani che hanno soggiornato nel resort più lussuoso dell'isola (ma i loro sono dei vassoietti piccoli piccoli)
Niente problemi con il peso, e ci credo! ho mostrato la ricevuta di pagamento.
Huahine, abbiamo costruito il viaggio su questo pezzetto di soggiorno, il primo diario che abbiamo letto era di una coppia che diceva meraviglie di “au motu mahare”, erano stati i primi clienti e anche i commenti di altri clienti sono sempre stati ottimi così abbiamo deciso di passare qui 4 giorni togliendone uno a Manihi.
A huahine ci attende Walter (francese di Montpellier): lui e Kim, sua moglie, gestiscono questa mini pensione da circa 6 anni, hanno costruito con le loro mani ogni pezzo dei bungalow.
Ci accompagna con l'auto a fare spesa al supermercato di Fare, lì spendiamo una fortuna comprando il necessario per 4 giorni (l'acqua frizzante, ma soprattutto i piatti di carta costano tanto, in totale paghiamo 16.738 f) la quantità di cibo si rivelerà giusta, ma i piatti di carta ce li potevamo risparmiare.
Prima di imbarcarci per il motu compriamo dai pescatori un abbondante trancio di mahi mahi e poi telefoniamo a Lulù.
In circa 10 min di barca raggiungiamo la nostra meta: due bungalow con bagno privato esterno e pavimento di sabbia, tutto immerso in una foresta di palme da cocco a pochi metri dalla laguna.
Walter ci mostra la cucina in comune e ci informa che oltre noi c'è un'altra coppia (una algerina e un francese che da dieci anni vivono e lavorano nella silicon valley).
Dopo un giretto esplorativo e qualche bagno già armeggio con i fornelli, mentre Walter ci rifocilla con dei cocchi gelati e ananas dolcissimo. Arrivano anche Kim e Daisy la loro figlioletta di 2 anni e mezzo.
Alle 19.30 siamo a tavola con 2 tipi di pasta (in onore di walter e dei “californiani” che partono domani): al pesto alla genovese, arrivato integro dall'Italia, e al sugo con il tonno. Walter e Amel ci fanno compagnia e molti complimenti, Kim salta, deve addormentare Daisy. Per secondo noi abbiamo il mahi mahi e i “californiani” la carne, tutto da cuocere sulla brace preparata da Walter con le noci di cocco secche. Già ieri i californiani hanno mangiato metà cena perchè uno dei cani li ha “aiutati”; questa sera è un gatto forse (non è stato colto sul fatto) che li aiuta portandosi via una bistecca.
Cediamo uno dei nostri mahi mahi. Vino, pomodori, frutta e chiacchiere ci accompagnano fin quasi a notte fonda (le 21.00)
Poi comincia la lotta contro la belva delle isole, il mostro dei motu, l'insaziabile sanguinaria, Lei, la zanzara e i sui fratelli, i “nono”.
Dappertutto ci sono zampironi anti zanzare e anche con il repellente dobbiamo in continuazione schiacciarne qualcuna, a vedersi da fuori, ma solo da fuori, lo spettacolo è divertente, con noi che parliamo e nel frattempo ci prendiamo a schiaffi, qui però le zanzare sono protette.......... :-) scherzo ovviamente (sui motu il problema c'è dappertutto anche se stai al resort)
La guerra è guerra, spruzziamo anche raid spray.
9-12-2010
Seconda giornata da Robinson Crousoe, Roberto non si rade ormai più e anche le docce, specie la sera, le facciamo “rapide”, l'acqua viene “scaldata” con il sole che batte sulla cisterna.
I californiani ripartono e Walter li accompagna, noi ne approfittiamo e andiamo con lui per poi proseguire fino all'agenzia per affittare l'auto dove per 7600 f ci danno una Hyundai con la quale partiamo, cartina di Walter alla mano, per un giro dell'isola.
La prima tappa è archeologica: ci sono molti Marae sulla spiaggia, poi affrontiamo un percorso a piedi sulla collina, dopo alcuni errori di percorso (non ci sono segnali) e dopo aver superato diversi marae di varie dimensioni, arriviamo a quello più in alto dove c'è un panorama mozzafiato.
Nel nostro percorso siamo inseguiti e a volte superati, da una signora francese, non più giovane ma molto agile.
Il giro prosegue, con borraccia già vuota alla discesa dalla collina, alla vana ricerca di un chioschetto (se vado a vivere in Polinesia apro una catena di chioschi di succhi di frutta e faccio i milioni).
Superiamo colline e ponti, fotografiamo le anguille dagli occhi blu e da un punto panoramico ci portiamo via lo splendido ricordo di una laguna dalle mille variazioni di azzurro.
Dopo una discesa a precipizio arriviamo nel sud di Huahine Iti e ci fermiamo casualmente (non ci sono segnali) vicino al marae sulla spiaggia, per un bagnetto e un pic-nic, ben 2 uova sode a testa “murate a secco” visto che tutto è chiuso e non abbiamo più acqua.
Ad ogni fermata incontriamo giovani ragazzi polinesiani che ascoltano musica a tutto volume e rovinano un po' l'atmosfera.
Torniamo a Fare alle 15,30 e ne approfittiamo per connetterci a internet, gironzoliamo al porto e ci fermiamo a leggere un libro che Walter ci ha prestato sulla Polinesia.
Facciamo benzina (1500 f), restituiamo la macchina (paghiamo con carta di credito) e ci fermiamo su un prato ad aspettare che Kim ci venga a riprendere.
Alla pensione ci aspetta Cristian, il nostro nuovo vicino, un italiano in trasferta per lavoro in Nuova Zelanda.
Altra cenetta con pasta al pesto, questa volta capisco male e faccio “olmo” Walter che rimane un po' male anche se per educazione dice che non importa.
La carne di secondo è una pessima idea, è dura e non cuoce mai sulla brace di noci di cocco.
Mezza bottiglia di Bordeaux e la serata è finita.
10-12-2010 venerdì
Insieme con Cristian partiamo per la gita in barca. Una specie di piroga a motore con tendalino per il sole. Il capitano, cuoco e cantante, nonché suonatore di Ukulele, è Armando, un polinesiano con una grossa pancia, occhiali da sole, telefonino, pareo e ornamenti mahohi.
Le spiegazioni in inglese e francese si alternano ad avvistamenti di razze e qualche raro delfino.
l'”agenzia” si chiama Huahine Nautique e da lì partiamo insieme ad altri 4 francesi (compresa la signora di ieri) per raggiungere la fabbrica di perle dove assistiamo ad una spiegazione migliore e più approfondita di quella di Taha'a. Compriamo un vaso per la nostra vetrina.
Si prosegue fino al motu Vavaratea per fare prima snorkeling (Roberto lo fa attaccato alla scaletta con la muta indosso e la fascia galleggiante, fino all'ultimo pensava di provarci ma la leggera corrente e la profondità l'hanno bloccato) e poi il pic-nic (abbondante).
Durante i trasferimenti Armando ci allieta con canzoni francesi, polinesiane e “o sole mio”; ci aspettiamo da un momento all'altro di entrare nella grotta azzurra di Capri.
Dopo pranzo si riparte per completare il giro dell'isola e vedere gli squali (Roberto sempre dalla scaletta) Fantastico!!!
Certo non siamo molto contenti di come gli squali vengano attirati con avanzi di mahi mahi, non avevamo capito che la cosa sarebbe avvenuta così, ma vederne così tanti tutti insieme è impressionante.
Per cena spaghetti al tonno, stavolta anche con Walter, e “finalmente” ha inizio la stagione delle piogge che dura quasi tutta la notte.
11-12-2010 sabato
Giornata tutta dedicata “au motu mahare”. La “pioggia” ci costringe a partire con la canoa dopo le 9.30, quando rispunta un sole fortissimo. Ci dirigiamo sul lato dx della laguna, molliamo la canoa e a piedi avanziamo contro corrente verso i resti del Sofitel resort (un hotel abbandonato da circa 8-10 anni). Il giardino di coralli è purtroppo vicino alla barriera e la corrente ci fa desistere. Ripieghiamo verso l'interno della laguna, dove due grosse formazioni coralline ci ripagano. Intorno al motu è pieno di anemoni con i pesci pagliaccio.
Pranzetto veloce e riposino per Roberto, lettura per me, ripartiamo sempre con la canoa (siamo diventati bravissimi), direzione laguna lato sinistro.
Dopo circa 40 min di pagaia decidiamo di rientrare e tornare a nuoto sulle formazioni di corallo viste dalla canoa.
Magnifica sorpresa! Avvistiamo una murena; film e foto in quantità.
Oggi siamo una coppia di sordomuti, io ho, come al solito, l'acqua nell'orecchio e quindi non ci sento, Roberto ha la laringo-tracheite e quindi non parla........ ma come si fa ad ammalarsi in Polinesia!!!
Serata come al solito spaghettosa: aglio, olio, peperoncino, alici e pangrattato. Walter apprezza molto e prima di cena si improvvisa “medico” per Roberto: prepara una bomba con Rhum, sciroppo di canna e limone locale. Per secondo diamo fondo alle provviste: sardine, salmone, “repollo” e frutta a volontà.
Saldiamo i 30000 f per i 4 giorni di pensione e mostriamo un po' di foto della murena a Kim, Walter e Daisy.
Prima di andare a dormire facciamo un'ultima passeggiata verso l'oceano dove, seduti sulle panche di legno fatte da Walter, finiamo la serata in modo molto romantico a guardare le stelle e il mare.
Fischer ci accompagna con la solita barca piena di bagagli, bombole di gas da ricaricare e 2 enormi vassoi, con dentro la nostra colazione, che ci vengono invidiati all'aeroporto da un gruppo di rappresentati di tour operator italiani che hanno soggiornato nel resort più lussuoso dell'isola (ma i loro sono dei vassoietti piccoli piccoli)
Niente problemi con il peso, e ci credo! ho mostrato la ricevuta di pagamento.
Huahine, abbiamo costruito il viaggio su questo pezzetto di soggiorno, il primo diario che abbiamo letto era di una coppia che diceva meraviglie di “au motu mahare”, erano stati i primi clienti e anche i commenti di altri clienti sono sempre stati ottimi così abbiamo deciso di passare qui 4 giorni togliendone uno a Manihi.
A huahine ci attende Walter (francese di Montpellier): lui e Kim, sua moglie, gestiscono questa mini pensione da circa 6 anni, hanno costruito con le loro mani ogni pezzo dei bungalow.
Ci accompagna con l'auto a fare spesa al supermercato di Fare, lì spendiamo una fortuna comprando il necessario per 4 giorni (l'acqua frizzante, ma soprattutto i piatti di carta costano tanto, in totale paghiamo 16.738 f) la quantità di cibo si rivelerà giusta, ma i piatti di carta ce li potevamo risparmiare.
Prima di imbarcarci per il motu compriamo dai pescatori un abbondante trancio di mahi mahi e poi telefoniamo a Lulù.
In circa 10 min di barca raggiungiamo la nostra meta: due bungalow con bagno privato esterno e pavimento di sabbia, tutto immerso in una foresta di palme da cocco a pochi metri dalla laguna.
Walter ci mostra la cucina in comune e ci informa che oltre noi c'è un'altra coppia (una algerina e un francese che da dieci anni vivono e lavorano nella silicon valley).
Dopo un giretto esplorativo e qualche bagno già armeggio con i fornelli, mentre Walter ci rifocilla con dei cocchi gelati e ananas dolcissimo. Arrivano anche Kim e Daisy la loro figlioletta di 2 anni e mezzo.
Alle 19.30 siamo a tavola con 2 tipi di pasta (in onore di walter e dei “californiani” che partono domani): al pesto alla genovese, arrivato integro dall'Italia, e al sugo con il tonno. Walter e Amel ci fanno compagnia e molti complimenti, Kim salta, deve addormentare Daisy. Per secondo noi abbiamo il mahi mahi e i “californiani” la carne, tutto da cuocere sulla brace preparata da Walter con le noci di cocco secche. Già ieri i californiani hanno mangiato metà cena perchè uno dei cani li ha “aiutati”; questa sera è un gatto forse (non è stato colto sul fatto) che li aiuta portandosi via una bistecca.
Cediamo uno dei nostri mahi mahi. Vino, pomodori, frutta e chiacchiere ci accompagnano fin quasi a notte fonda (le 21.00)
Poi comincia la lotta contro la belva delle isole, il mostro dei motu, l'insaziabile sanguinaria, Lei, la zanzara e i sui fratelli, i “nono”.
Dappertutto ci sono zampironi anti zanzare e anche con il repellente dobbiamo in continuazione schiacciarne qualcuna, a vedersi da fuori, ma solo da fuori, lo spettacolo è divertente, con noi che parliamo e nel frattempo ci prendiamo a schiaffi, qui però le zanzare sono protette.......... :-) scherzo ovviamente (sui motu il problema c'è dappertutto anche se stai al resort)
La guerra è guerra, spruzziamo anche raid spray.
9-12-2010
Seconda giornata da Robinson Crousoe, Roberto non si rade ormai più e anche le docce, specie la sera, le facciamo “rapide”, l'acqua viene “scaldata” con il sole che batte sulla cisterna.
I californiani ripartono e Walter li accompagna, noi ne approfittiamo e andiamo con lui per poi proseguire fino all'agenzia per affittare l'auto dove per 7600 f ci danno una Hyundai con la quale partiamo, cartina di Walter alla mano, per un giro dell'isola.
La prima tappa è archeologica: ci sono molti Marae sulla spiaggia, poi affrontiamo un percorso a piedi sulla collina, dopo alcuni errori di percorso (non ci sono segnali) e dopo aver superato diversi marae di varie dimensioni, arriviamo a quello più in alto dove c'è un panorama mozzafiato.
Nel nostro percorso siamo inseguiti e a volte superati, da una signora francese, non più giovane ma molto agile.
Il giro prosegue, con borraccia già vuota alla discesa dalla collina, alla vana ricerca di un chioschetto (se vado a vivere in Polinesia apro una catena di chioschi di succhi di frutta e faccio i milioni).
Superiamo colline e ponti, fotografiamo le anguille dagli occhi blu e da un punto panoramico ci portiamo via lo splendido ricordo di una laguna dalle mille variazioni di azzurro.
Dopo una discesa a precipizio arriviamo nel sud di Huahine Iti e ci fermiamo casualmente (non ci sono segnali) vicino al marae sulla spiaggia, per un bagnetto e un pic-nic, ben 2 uova sode a testa “murate a secco” visto che tutto è chiuso e non abbiamo più acqua.
Ad ogni fermata incontriamo giovani ragazzi polinesiani che ascoltano musica a tutto volume e rovinano un po' l'atmosfera.
Torniamo a Fare alle 15,30 e ne approfittiamo per connetterci a internet, gironzoliamo al porto e ci fermiamo a leggere un libro che Walter ci ha prestato sulla Polinesia.
Facciamo benzina (1500 f), restituiamo la macchina (paghiamo con carta di credito) e ci fermiamo su un prato ad aspettare che Kim ci venga a riprendere.
Alla pensione ci aspetta Cristian, il nostro nuovo vicino, un italiano in trasferta per lavoro in Nuova Zelanda.
Altra cenetta con pasta al pesto, questa volta capisco male e faccio “olmo” Walter che rimane un po' male anche se per educazione dice che non importa.
La carne di secondo è una pessima idea, è dura e non cuoce mai sulla brace di noci di cocco.
Mezza bottiglia di Bordeaux e la serata è finita.
10-12-2010 venerdì
Insieme con Cristian partiamo per la gita in barca. Una specie di piroga a motore con tendalino per il sole. Il capitano, cuoco e cantante, nonché suonatore di Ukulele, è Armando, un polinesiano con una grossa pancia, occhiali da sole, telefonino, pareo e ornamenti mahohi.
Le spiegazioni in inglese e francese si alternano ad avvistamenti di razze e qualche raro delfino.
l'”agenzia” si chiama Huahine Nautique e da lì partiamo insieme ad altri 4 francesi (compresa la signora di ieri) per raggiungere la fabbrica di perle dove assistiamo ad una spiegazione migliore e più approfondita di quella di Taha'a. Compriamo un vaso per la nostra vetrina.
Si prosegue fino al motu Vavaratea per fare prima snorkeling (Roberto lo fa attaccato alla scaletta con la muta indosso e la fascia galleggiante, fino all'ultimo pensava di provarci ma la leggera corrente e la profondità l'hanno bloccato) e poi il pic-nic (abbondante).
Durante i trasferimenti Armando ci allieta con canzoni francesi, polinesiane e “o sole mio”; ci aspettiamo da un momento all'altro di entrare nella grotta azzurra di Capri.
Dopo pranzo si riparte per completare il giro dell'isola e vedere gli squali (Roberto sempre dalla scaletta) Fantastico!!!
Certo non siamo molto contenti di come gli squali vengano attirati con avanzi di mahi mahi, non avevamo capito che la cosa sarebbe avvenuta così, ma vederne così tanti tutti insieme è impressionante.
Per cena spaghetti al tonno, stavolta anche con Walter, e “finalmente” ha inizio la stagione delle piogge che dura quasi tutta la notte.
11-12-2010 sabato
Giornata tutta dedicata “au motu mahare”. La “pioggia” ci costringe a partire con la canoa dopo le 9.30, quando rispunta un sole fortissimo. Ci dirigiamo sul lato dx della laguna, molliamo la canoa e a piedi avanziamo contro corrente verso i resti del Sofitel resort (un hotel abbandonato da circa 8-10 anni). Il giardino di coralli è purtroppo vicino alla barriera e la corrente ci fa desistere. Ripieghiamo verso l'interno della laguna, dove due grosse formazioni coralline ci ripagano. Intorno al motu è pieno di anemoni con i pesci pagliaccio.
Pranzetto veloce e riposino per Roberto, lettura per me, ripartiamo sempre con la canoa (siamo diventati bravissimi), direzione laguna lato sinistro.
Dopo circa 40 min di pagaia decidiamo di rientrare e tornare a nuoto sulle formazioni di corallo viste dalla canoa.
Magnifica sorpresa! Avvistiamo una murena; film e foto in quantità.
Oggi siamo una coppia di sordomuti, io ho, come al solito, l'acqua nell'orecchio e quindi non ci sento, Roberto ha la laringo-tracheite e quindi non parla........ ma come si fa ad ammalarsi in Polinesia!!!
Serata come al solito spaghettosa: aglio, olio, peperoncino, alici e pangrattato. Walter apprezza molto e prima di cena si improvvisa “medico” per Roberto: prepara una bomba con Rhum, sciroppo di canna e limone locale. Per secondo diamo fondo alle provviste: sardine, salmone, “repollo” e frutta a volontà.
Saldiamo i 30000 f per i 4 giorni di pensione e mostriamo un po' di foto della murena a Kim, Walter e Daisy.
Prima di andare a dormire facciamo un'ultima passeggiata verso l'oceano dove, seduti sulle panche di legno fatte da Walter, finiamo la serata in modo molto romantico a guardare le stelle e il mare.